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to di Trento nelle eruditissime sue note all’Ughelli, i quali trasferiscono al pio Vescovo il dominio di quelle, acciocchè lo esercitasse, e le possedesse nel modo stesso, come le possedevano i Duchi e i loro successori; il che evidentemente dimostra, che il Ducato di Trento già ne’ tempi anteriori Bolgiano, le pertinenze di Merano, Marano, Marano, e la Valvenosta comprendeva, ed in conseguenza, che il forte passo di Finsterminz non lungi dalle fonti dell’Adige era il confine del Trentino, e quindi della Lombardia in quella direzione di monti, come nell’altra alquanto più orientale già ne’ secoli Romani, siccome dicemmo, lo era il Prenner; e qual altro meglio convenirgli poteva a que’ tempi irrequieti, se a dire di Servio e del Principe degli Oratori le Alpi furono sempre considerate qual antemurale assegnato all’Italia da un nume? Ora qual giovamento e riparo le avrebbero mai recato, se non fessero state in suo potere?

Ad onta della riferita donazione di Corrado al Vescovo la Città di Trento a distinzione del suo Contado, che unito a’ feudatarj ubbidiva alla Curia Vescovile residente in Trento, era ancor poco tocca dall’influenza Vescovile, e gravi argomenti comprovano, che la Città stessa non fosse compresa nella donazione. In fatti da Documenti del 1182, e 1207 presso l’Ughelli rilevasi, che essa era ancor di condizion


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