Pagina:Benedetto Giovanelli - Trento città d'Italia per origine, per lingua, e per costumi, 1850.djvu/14

12

Appulejo figlio di Sesto, ch’era già stato Console di Roma, di fabbricare un castello sul colle Verruca detto ora volgarmente Dos Trento. Doveva questo servire d’argine contro le incursioni di que’ barbari, e nel tempo stesso di piazza d’armi per la guerra Retica ch’era imminente: ciò si rileva da un marmo antico situato a sant’Apollinare, le di cui note cronologiche evidentemente dinotano l’anno 730 di Roma, cioè sett’anni prima della nominata guerra; prova incontrastabile, che in quel tempo Trento era di già Romano.

Un altro Castello pure fece egli fabbricare in Vervasio, oggi Vervò nell’Anaunia, del quale ci restano molte lapidi, e fra queste una indicante, che vi teneva i suoi esploratori. Anche gli abitanti di questa Valle ubbidivano al Senato e Popolo di Roma molto prima della guerra Retica, nulla valendo in contrario le autorità di certe edizioni di Plinio, che nel trofeo dell’Alpi eretto ad Augusto presentano i Nauni, poichè ne’ migliori e più accreditati codici antichi di quello storico non si leggono, ma sì i Genauni altro popolo Retico alpino che abitava in vicinanza de’ veloci Brenni nella Valle tutt’ora detta Valgenaun.

Soggiogato ch’ebbe Augusto per opera de’ suoi figliastri i bellicosissimi Reti, all’undecima Regione gli assegnò, e alla deci-