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assai più cospicuo, ed importante non fanno menzione.

Certo almeno è, che al tempo della guerra Cimbrica Trento era già suddito, o amico de’ Romani. I movimenti tutti, che fece Catulo in questi contorni, lo comprovano; le sue disposizioni, le misure militari da lui prese, di cui ci lasciaron qualche memoria molti antichi Greci, e Romani scrittori, e spettanti assolutamente a questa parte dell’Alpi, non erano della natura di quelle, ch’un avveduto Generale suol prescegliere in terra nemica. Chi di ciò volesse procurarsi maggior certezza, legga e confronti tra loro T. Livio, Plutarco, Frontino, e Valerio Massimo.

Poscia i Trentini, non si sa da qual tempo in qua, divenuti di condizion latina, ottennero il prezioso dono della piena, ed illimitata, cittadinanza di Roma con assegnamento di Tribù, e voto ne’ comizj. Circa il tempo, in cui l’ottennessero, non ne abbiam quella certezza, che abbiamo del fatto; nondimeno le circostanze storiche di que’ secoli c’invitano a credere, che ne siano stati regalati da Giulio Cesare nell’anno di Roma 705, cioè nel tempo stesso, che i Popoli a lor confinanti, che tra il Po e quest’Alpi abitavano, ebber tal dono.

Sott’Ottaviano Augusto, allorchè questo Imperatore giusta il marmo Ancirano assegnò gran parte d’Italia a 120 mila ve-