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DE GLI ASOLANI DI M. PIETRO BEMBO,


PRIMO LIBRO


S

Uole essere a naviganti caro; qualhora da oscuro et fortunevole nembo sospinti errano et travagliano la lor via; col segno della indiana pietra ritrovare la tramontana in modo; che quale vento soffi conoscendo non sia lor tolto il potere et vela et governo la, dove essi di giugnere procacciano, o al meno dove piu la loro saclutezza veggono, dirizzare: Et a quegli che per straniera contrada caminano, è dolce, quando a parte venuti, dove parimente molte vie faccian capo, in quale piu tosto debbano mettersi non scorgendo stanno in sul pie dubitosi et sospesi; incontrare, chi loro la diritta insegni; si che essi possano a lalbergo sanza errore, o forse prima che la notte gli sopragiunga, pervenire. Il perche istimando io per quello, che si vede avenire tutto di, pochissimi essere queglihuomini; a quali nel peregrinaggio di questa nostra vita mortale hora dalla turba delle passioni soffiato, et hora dalle tante et cosi al vero somiglianti apparenze d’oppenioni fatto incerto, quasi per lo continovo et di calamita, et di scorta non faccia mestiero; ho sempre giudicato gratioso ufficio per coloro usarsi; equali delle cose o ad essi avenute, o da altri apparate, o per se medesimi ritrovate trattando a glialtri huomini dimostrano come si possa in qualche parte di questa perigliosa strada et corso non errare. Percio che quale più gratiosa cosa puo essere che il giovare altrui? o pure che si puo qua giu fare piu convenevole a chi è huomo; che essere a molti huomini di lor bene cagione? Et poi se è lodevole per se (che è in ogni maniera lodevolissimo) un huom solo sanza fallimento saper vivere non inteso et non veduto da persona; quanto piu è da credere che lodare si debba un altro; il quale et sa esso la sua vita sanza fallo scor-