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Pietro Bembo - Rime

tosto averrà, che lieto renderete
grazie, campato di Caribdi e Scilla.8

Tacquimi già molt’anni, e diedi al tempio
la mal cerata mia stridevol canna,
e volsi a l’opra, che lodate, il core.11

Così fan, che ‘l desir vostro non empio,
oblio de l’arte, e quei, che più m’affanna
ch’adorne lui, del mio bel nido amore.14

CXXXI.

Varchi, le vostre pure carte e belle,
che vergate talor per onorarmi,
piú che metalli di Mirone e marmi
di Fidia mi son care e stil d’Apelle.4

Ché se già non potranno e queste e quelle
mie prose, cura di molt’anni, o carmi,
nel tempo, che verrà, lontano farmi,
eterna fama spero aver con elle.8

Ma dove drizzan ora i caldi rai
de l’ardente dottrina e studio loro
i duo miglior, Vettorio e Ruscellai?11

Questi, e ‘l vostro Ugolin, cui debbo assai,
mi salutate: o fortunato coro,
Fiorenza e tu, che nel bel cerchio l’hai.14

CXXXII.

Donna, cui nulla è par bella né saggia,
né sarà, credo, e non fu certo avante,


Letteratura italiana Einaudi 80