Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Pietro Bembo - Rime |
Or son queste simili a l’antiche opre?
O pur così pietate e Dio s’onora?
Ahi secol duro, ahi tralignato seme!14
CXXII.
Trifon, che ‘n vece di ministri e servi,
di loggie e marmi e d’oro intesto e d’ostro,
amate intorno elci frondose e chiostro
di lieti colli, erbe e ruscei vedervi,4
ben deve il mondo in riverenza avervi,
mirando al puro e franco animo vostro,
contento pur di quel, che solo il nostro
semplice stato e natural conservi.8
O alma, in cui riluce il casto e saggio
secolo, quando Giove ancor non s’era
contaminato del paterno oltraggio,11
scendesti a far qua giù matino e sera,
perché non sia tra noi spento ogni raggio
di bel costume, e cortesia non pera.14
CXXIII.
Quel dolce suon, per cui chiaro s’intende
quanto raggio del ciel in voi riluce,
nel laccio, in ch’io già fui, mi riconduce
dopo tant’anni e preso a voi mi rende.4
Sento la bella man, che ‘l nodo prende
e strigne sì, che ‘l fin de la mia luce
Letteratura italiana Einaudi 75 |