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Pietro Bembo - Rime |
S’io ‘l varcherò, farai tu che si scriva
sovra ‘l mio sasso, com’io venni a morte,
togliendomi ad Amor, mentr’io fuggiva.14
CXV.
Se de le mie ricchezze care e tante
e sì guardate, ond’io buon tempo vissi
di mia sorte contento, e meco dissi:
– Nessun vive di me più lieto amante,4
io stesso mi disarmo, e queste piante,
avezze a gir pur là, dov’io scoprissi
quegli occhi vaghi e l’armonia sentissi
de le parole sì soavi e sante,8
lungi da lei di mio voler sen’vanno,
lasso, chi mi darà, Bernardo, aita?
O chi m’acqueterà, quand’io m’affanno?11
Morrommi, e tu dirai, mia fine udita:
– Questi, per non veder il suo gran danno,
lasciata la sua donna, uscìo di vita –.14
CXVI.
Signor, che parti e tempri gli elementi,
e ‘l sole e l’altre stelle e ‘l mondo reggi,
et or col freno tuo santo correggi
il lungo error de le mie voglie ardenti,4
non lasciar la mia guardia e non s’allenti
la tua pietà, perch’io tolto a le leggi
Letteratura italiana Einaudi 71 |