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Pietro Bembo - Rime |
CXIII.
Mentre navi e cavalli e schiere armate.
che ‘l ministro di Dio sì giustamente
move a ripor la misera e dolente
Italia e la sua Roma in libertate,4
son cura de la vostra alta pietate,
io vo, Signor, pensando assai sovente
cose, ond’io queti un desiderio ardente
di farmi conto a più d’un’altra etate.8
Dal vulgo intanto m’allontano e celo,
là dov’i’ leggo e scrivo, e ‘n bel soggiorno
partendo l’ore fo picciol guadagno.11
Peso grave non ho dentro o d’intorno;
cerco piacer a Lui, che regge il cielo:
di duo mi lodo, e di nessun mi lagno.14
CXIV.
Arsi, Bernardo, in foco chiaro e lento
molt’anni assai felice, e, se ‘l turbato
regno d’Amor non ha felice stato,
tennimi almen di lui pago e contento.4
Poi, per dar le mie vele a miglior vento,
quando lume del ciel mi s’è mostrato,
scintomi del bel viso in sen portato,
sparsi col piè la fiamma, e non men’pento.8
Ma l’imagine sua dolente e schiva
m’è sempre inanzi, e preme il cor sì forte,
ch’io son di Lete omai presso a la riva.11
Letteratura italiana Einaudi 70 |