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Pietro Bembo - Rime |
e vede incontro a sé riteso l’arco,
c’ha Rodo e l’Ungheria piagate e spente;8
tu, che ne sembri Dio, raffrena, e doma
l’empio furor con la tua santa spada,
sgombrando ‘l mondo di sì grave oltraggio,11
e noi di tema, che non pera e cada
sopra queste Lamagna, Italia e Roma:
e direnti Clemente e forte e saggio.14
CX.
Da torvi agli occhi miei s’a voi diede ale
fortuna ria, cui del mio bene increbbe,
di levarvi al penser forza non ebbe,
ch’è con voi sempre, al volar vostro equale.4
Questi vi mira quanto sete e quale,
e se ‘l poteste udir, vi conterebbe
di me, degli altri vostri, e ne devrebbe
valer, se vero amor suo pregio vale.8
Ché poi che Pisa n’ha disciolti e privi
di vostra compagnia, sem fatti quasi
selve senz’ombra, o senza corso rivi.11
Pochi degli onor tuoi ti son rimasi,
Padova mia; che i più son translati ivi
col buon Ridolfo nostro, onde fiorivi.14
CXI.
Pon Febo mano a la tua nobil arte,
ai sughi, a l’erbe, e quel dolce soggiorno
Letteratura italiana Einaudi 68 |