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Pietro Bembo - Rime |
ciò ne le lontananze, che sì spesso
fan la mia gioia corta,
a morte mi sottragge e riconforta.10
Né men, dove ch’io vada, odo et intendo
le sue sante parole;
e ‘n tanto acqueto i miei tormenti e prendo
vigor, sì come sòle
chiuso fioretto in sul matin dal sole:15
fida de l’alma scorta,
e freno al duol, ch’a morte mi trasporta.
LXXXIV.
Felice imperador, ch’avanzi gli anni
con la virtute, e rendi a questi giorni
l’antico onor di Marte, e ‘n pregio il torni,
e per noi riposar te stesso affanni;4
per cui spera saldar tanti suoi danni
Roma, e fra più che mai lieti soggiorni
sentir ancor sette suoi colli adorni
di tuoi trionfi, e ‘l mondo senza inganni;8
mira ‘l settentrion, signor gentile:
voce udirai, che ‘n fin di là ti chiama,
per farti sopra ‘l ciel volando ir chiaro.11
Sì vedrem poi del nostro ferro vile
far secol d’oro e viver dolce e caro:
questo fia nostro, tuo ‘l pregio e la fama.14
Letteratura italiana Einaudi 53 |