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Pietro Bembo - Rime |
che desti ‘l mondo e ‘l chiami in libertate
da servitute, e nel suo antico onore,4
solo refugio in così lungo errore
de le nove sorelle abandonate,
figliuol di Giove, amico d’onestate,
per cui ‘l ben vive e ‘l mal si strugge e more,8
o Ercole, che travagliando vai
per lo nostro riposo, e ‘n terra fama
e ‘n ciel fra gli altri Dei t’acquisti loco,11
sgombra da te le gravi cure omai
e qua ne ven, ove a diletto e gioco
l’erba, il fiume, gli augei, l’aura ti chiama.14
XXII.
Re degli altri, superbo e sacro monte,
ch’Italia tutta imperïoso parti
e per mille contrade e più comparti
le spalle, il fianco e l’una e l’altra fronte,4
de le mie voglie mal per me sì pronte
vo risecando le non sane parti,
e raccogliendo i miei pensieri sparti
sul lito, a cui vicin cadeo Fetonte:8
per appoggiarli al tuo sinistro corno,
là dove bagna il bel Metauro e dove
valor e cortesia fanno soggiorno;11
e s’a prego mortal Febo si move,
tu sarai ‘l mio Parnaso, e ‘l crine intorno
ancor mi cingerai d’edere nove.14
Letteratura italiana Einaudi 13 |