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Pietro Bembo - Rime

ch’ancor la bella machina superna
altri che tu, non volge e non governa.

19.

Anzi non pur Amor le vaghe stelle
e ‘l ciel, di cerchio in cerchio, tempra e move,
ma l’altre creature via piú belle,
che senza madre già nacquer di Giove,
liete, care, felici, pure e snelle,
virtù, che sol d’Amor descende e piove,
creò da prima et or le nutre e pasce,
onde ‘l principio d’ogni vita nasce.

20.

Questa per vie sovra ‘l penser divine
scendendo pura giù ne le nostre alme,
tal che state sarian, dentro al confine
de le lor membra, quasi gravi salme,
fatto ha poggiando altere e pellegrine
gir per lo cielo, e gloriose et alme
piú che pria rimaner dopo la morte,
il lor destin vincendo e la lor sorte.

21.

Questa fe’ dolce ragionar Catullo
di Lesbia, e di Corinna il Sulmonese,
e dar a Cinzia nome, a noi trastullo
uno, a cui patria fu questo paese,
e per Delia e per Nemesi Tibullo
cantar, e Gallo, che se stesso offese,


Letteratura italiana Einaudi 115