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Pietro Bembo - Rime |
senza dimora giù per camin dritto,
presa lor via, n’andâr verso l’Egitto.
13.
Le Piramidi e Memfi poi lasciate,
stolta, che ‘l bue d’altari e tempio cinse,
vider le mura da colui nomate,
che giovenetto il mondo corse e vinse,
e Rodo e Creta, e queste anco varcate
e te, che da l’Italia il mar distinse,
e più che mezzo corso l’Appennino,
entrâr nel vostro vago e lieto Urbino.
14.
E son or questi, ch’io v’addito e mostro,
l’uno e l’altro di laude e d’onor degno.
E perch’essi non sanno il parlar nostro,
per interprete lor seco ne vegno,
e ‘n lor vece dirò, come che al vostro
divin conspetto uom sia di dire indegno;
e se cosa udirete, che non s’usi
udir tra voi, la Dea strana mi scusi.
15.
O Donna in questa etade al mondo sola,
anzi a cui par non fu giamai né fia,
la cui fama immortal sopra ‘l ciel vola
di beltà, di valor, di cortesia,
tanto ch’a tutte l’altre il pregio invola;
e voi, che sete in un crudele e pia
Letteratura italiana Einaudi 113 |