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Pietro Bembo - Rime


Tal per te sono, e non men’pento, Amore,
purché tu lei, che sì m’accese e strinse,
qualche poco, Signor, leghi e riscalde.14

III.

Sì come suol, poi che ‘l verno aspro e rio
parte e dà loco a le stagion migliori,
giovene cervo uscir col giorno fuori
del solingo suo bosco almo natio,4

et or su per un colle, or lungo un rio
gir lontano da case e da pastori,
erbe pascendo rugiadose e fiori,
ovunque più ne ‘l porta il suo desio;8

né teme di saetta o d’altro inganno,
se non quand’egli è colto in mezzo ‘l fianco
da buon arcier, che di nascosto scocchi;11

tal io senza temer vicino affanno
moss’il piede quel dì, che be’ vostr’occhi
me ‘mpiagar, Donna, tutto ‘l lato manco.14

IV.

Picciol cantor, ch’al mio verde soggiorno
non togli ancor le tue note dolenti,
ben riconosco in te gli usati accenti,
ma io, qual me n’andai, lasso, non torno.4

Alta virtute e bel sembiante adorno
dier lo mio debil legno a fieri venti:
tosto avrai tu, chi suoi novi lamenti
giunga agli antichi tuoi la notte e ‘l giorno.8


Letteratura italiana Einaudi 2