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)( 12 )(

al quale corrisponde sulla superficie una delle parallele considerate; e poichè gli angoli intorno all’origine sono eguali sulla superficie e sul piano ausiliare, si deve evidentemente avere


(9) ,


formola che contiene la relazione cercata fra la distanza normale e l’angolo di parallelismo . Essa coincide con quella trovala dal sig. Battaglini (t. V di questo Giornale, p. 225). Per confrontarla con quella di Lobatschewsky basta scriverla sotto la forma



e dedurne

.


Il segno inferiore è inammissibile perchè è quantità reale, quindi


,


la quale è appunto la formola di Lobatschewsky (Théorie géométrique, n° 38, salva la differenza dei simboli e quella che proviene dalla scelta dell’unità.

Indicando, come fa Lobatschewsky (n° 16), con l’angolo di parallelismo relativo alla distanza normale , si ha dalla (9)


(10) , .


Ora, per una osservazione del sig. Minding (nel t. XX del Giornale di Crelle), sviluppata dal sig. Codazzi (negli Annali di Tortolini, 1857), è noto che le ordinarie formole relative ai triangoli sferici si convertono in quelle relative ai triangoli geodetici delle superficie di curvatura costante negativa, apponendo il fattore ai rapporti dei lati col raggio e lasciando inalterati gli angoli, ciò che equivale a mutare le funzioni circolari dei lati in funzioni iperboliche. Per es. la prima formola della trigonometria sferica



diventa

.