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una importanza secondaria rispetto alla parte mediana da considerarsi come nucleo della facciata, si viene però a portare una non indifferente modificazione nelle disposizioni attuali della facciata, poichè implicitamente si ammette la soppressione delle due porte corrispondenti alle navate estreme. Ora questa riduzione del numero delle porte, da cinque a tre, non può passare senza qualche considerazione che ne spieghi, e ne giustifichi il fondamento di fronte all’opinione pubblica la quale, per varie ragioni, ma sopratutto in omaggio ai fatti compiuti, è disposta a dichiararsi in favore del numero attuale.

È necessario quindi far rilevare come, nel concetto primitivo, tre fossero le porte che si dovevano aprire sulla fronte. La icnografia del Cesariano infatti presenta sulla fronte solo le tre porte corrispondenti alle tre navate mediane: altre due porte stanno in corrispondenza alle testate della grande navata trasversa. Questa originaria disposizione venne alterata all’epoca del Pellegrini allorquando, come osserva il Mongeri nell’Arte in Milano, «di nulla fu tenuto conto, nemmeno del numero delle porte coll’aprirvene cinque invece delle tre convenute al principio del secolo XVI.» E l’aumento del numero delle porte nella fronte da tre a cinque, si spiega come conseguenza della soppressione — che a quell’epoca si fece — di quelle due porte che si aprivano nelle testate dei bracci di croce.

Benchè il provvedimento di ripristinare queste porte dei bracci di croce, mediante la rimozione delle cappelle absidali colle quali vennero ostruite, non si connetta sostanzialmente alla riforma della fronte, noi non crediamo che, nel risolvere questo problema, si debbano mantenere e perpetuare le conseguenze delle alterazioni fatte ai bracci di croce, subordinando a queste alterazioni il numero delle porte nella facciata: tanto più che la giusta preoccupazione del conservare la facilità di accesso al tempio nella misura attuale, non può nè deve ridursi a vincolare il partito decorativo della nuova fronte al numero attuale delle porte, giacchè si possono adottare altri provvedimenti per mantenere l’attuale comodità di accesso al tempio, anche ripristinando il numero delle porte quale era stato stabilito nel concetto primitivo1: e per confortarci in questa opinione, oltre al già menzionato disegno

  1. Uno dei partiti che potrebbe essere adottato — di fronte al proposito di avere delle porte sussidiarie alle tre della fronte — è quello delle porte aperte nei fianchi delle navi minori, conforme ai numerosi esempii che troviamo, tanto nelle cattedrali d’oltralpi che nelle nostre: nei fianchi queste porte potrebbero assumere una certa importanza decorativa senza disturbare l’effetto d’assieme. Se invece si vorranno conservare queste porte secondarie nella fronte principale, basterà limitarne le dimensioni e la decorazione in modo che non abbiano a distogliere l’attenzione dalla parte centrale della fronte. Ad ogni modo si dovrà pur tener calcolo del fatto che nella riforma della fronte secondo lo stile originario, le porte possono raggiungere una larghezza sensibilmente maggiore di quella delle attuali: le tre porte progettate raggiungono complessivamente la larghezza di m. 13.