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del tempio: si aggiunga a ciò che la decorazione di questi archi, già per sè alquanto monotona e di fattura quasi meccanica, venne riprodotta generalmente con nessun sentimento. Gli è per queste circostanze che il motivo degli archi di controspinta si presenta, come si disse, poco riuscito, e difficilmente può prestarsi a costituire un vero ornamento della fronte, mentre del resto non è un motivo assolutamente necessario, quand’anche lo si consideri nel suo ufficio secondario di canale di scarico delle acque piovane. Ad ogni modo questo elemento — se pure non s’intenda di abbandonarlo in corrispondenza al muro frontale — potrà esser riprodotto purchè venga in parte dissimulato dalle falconature della fronte e purchè sia arricchita la rigidità della sua linea con qualche motivo statuario anche nella breve tratta in cui appare nel complesso della fronte1.

Con questo partito di risvoltare integralmente la decorazione del fianco sulle due campate estreme della fronte, assegnando a queste

  1. Riguardo alla forma speciale dell’arco rampante, caratterizzata dagli archi decorativi sotto alla curva organica suddivisa in due archetti che vanno a terminare in un fiore, e dal traforo geometrico della linea superiore, dobbiamo ricordare il disegno su pergamena che il Boito, nel suo studio sul Duomo, ha pel primo segnalato e che si trova nel volume 1.° della Raccolta Bianconi, all’Archivio Civico: a nostro avviso però quel disegno non può riferirsi al Duomo e deve considerarsi, solamente, o come uno schizzo eseguito qui da noi da un architetto straniero a dimostrare il sistema archiacuto, o come un disegno spedito d’oltralpe come tipo o modello di contrafforti: ad ogni modo risulta evidente che il concetto decorativo di quegli archi di spinta servi certamente di modello per quelli che si costrussero nel nostro Duomo (Vedi facsimile del disegno).