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preoccupare quegli architetti, ed essere menzionato e discusso in quelle gravi questioni d’indole generale che, nei primi anni della costruzione, non mancarono: invece, come si disse, nessun cenno di questo parte di grande importanza della costruzione, neppure per parte di quel Mignoto, così cavilloso nel cercare i punti di appoggio alle acerbe sue critiche, mentre il tiburio, tanto vagheggiato, era continuamente oggetto di preoccupazione e di studi, intendendosi, fin dal 1400, che dovesse innalzarsi quasi in paradixo Dominus Deus sedet in medio troni, circha tronum sunt quatuor evangelistæ secundum apocalissim1. Non troviamo forse in questa espressione rivelato ingenuamente il vero concetto che nella mente di quei primi architetti si era radicato, di un tiburio che dovesse primeggiare su tutta la massa del tempio, simboleggiando Dio scortato dai quattro evangelisti rappresentati da quattro gugliotti minori agli angoli?


Un documento cui è duopo annettere una non lieve importanza nella questione presente, è il disegno della pianta del Duomo che si trova a fol. XIIII recto dei Comenti a Vitruvio, pubblicati nel 1521 dal Cesariano2, coll’indicazione: ICNHOGRAPHIA FUNDAMENTI SACRÆ ÆDIS BARICEPHALÆ GERMANICO MORE A TRIGONO AC PARIQVADRATO PERSTRUCTA VTI ETIAM EA QVÆ MEDIOLANI VIDETVR. Questo disegno deve riguardarsi come la riproduzione di una pianta di molto anteriore all’epoca della pubblicazione dell’opera succitata: infatti, bisogna anzitutto escludere che quella pianta possa essere stata dal Cesariano desunta dal vero, giacchè vi troviamo indicate anche quelle tre cam-

  1. Risposta alle censure del Mignoto: Seduta 25 gennaio 1400 — Annali Fabbr. Duomo, Vol. 1, pag. 209, col. 2.
    Il Mongeri (Perseveranza, 1 aprile 1887) mette in dubbio che il tiburio fosse un concetto vagheggiato fin dai primi anni della costruzione e, menzionando il parere dato da Matteo da Campione, architetto della Cattedrale di Monza, di rinforzare i quattro piloni di centro della crociera, coll’assegnarvi un diametro di tre quarti di braccio maggiore degli altri, conclude: «non occorrerebbe quasi avvertire che siffatto ampliamento di base, sebbene fosse già una alterazione della pianta d’origine, non importava ancor la previsione di una grande cupola o di una guglia eccessiva in altezza come quella che vediamo, opera del secolo passato: ma poteva ben conciliarsi coll’esempio della Cattedrale di Colonia, e in generale col piramidare somigliante delle Cattedrali nordiche di questo stile a codesto punto dell’incontro della croce.» A togliere però ogni fondamento a tale conclusione, basta richiamare le parole testuali del Matteo da Campione «illi quatuor pironi tiborii Fabricæ augmententur seu ingrossentur per quartas tres in quadro plus aliis pironi» dalle quali parole appare confermato il concetto del tiburio fin dal 14 luglio 1390.
  2. «Di Lucio Vitruvio Pollione de Architettura Libri Dece traducti de latino in Vulgare affigurati: commentati et con mirando ordine Insigniti: impresso nel amæna et delecteuole Citate de Como per Magistro Gotardo da Ponte Citadino Milanese ne lanno del Nostro Signore Jesu Christo M.D.XXI•XV mensis Julii.»