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III.
Amor vuol pur ch'io creda a chi m'inganna,
E ch'io cerchi d'amar chi m'ha in dispetto,
E ch'io del mio dolor prenda diletto:
4Troppo è nocivo il tôr venen per manna.
Colei che la mia vita salva e danna,
Se con un guardo mi vien torto o retto,
M'ha oggi a lacrimar così costretto,
8Che vita e morte in un punto m'affanna.
Che com'ella del mio piacer s'accorse,
Ne' suo' begli occhi, ond'io mio fine involo,
11Quasi sdegnata in parte gli retorse.
E per mio peggio, mi sparì d'un volo
Il cor, che sino a dì dietro gli corse:
14Così rimasi di me stesso solo.