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esempio quello del Lazzaro Palazzi architetto del Lazzaretto, — di L. 50 imperiali annue. Però lo stesso Bramante ci lascia capire che lo stipendio non gli era pagato molto puntualmente. Anche il pittore Montorfano ebbe ad aspettare mesi e mesi d’esser dalla corte ducale pagato per lavori pei quali aveva tolto a credenza e impignato, così da vedersi infestato da li suoy creditori.

Dai sonetti abbiamo pure indizii di alcuni viaggi fatti da Bramante, ora sulla riviera di Ponente passando per Genova, Savona, Nizza, ora nel Monferrato, ad Asti, Acqui, Alba e Tortona: vi si parla di un passo fra gli Appennini per Pontremoli, di un viaggio a Pavia, probabilmente quello fattovi nel 1488 per invito del cardinale Ascanio: notizie che possono gettare qualche luce sul periodo del soggiorno a Milano di questo artista.



Dei ventitrè sonetti che or pubblichiamo, diciasette soli vennero già per le stampe: la Raccolta Milanese del 1756, in varii suoi fascicoli dava, per la prima, nove sonetti di Bramante, togliendoli da un MSS di proprietà di certo Carl’Antonio Tanzi: il Trucchi nel 3° volume della sua raccolta