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DI ANAXARETE. |
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Egualmente fra nui seran divise.
Che se l’oro, ch’il Sol genera et crea,
Se l’argento la Luna, il ferro Marte,
Saturno il piombo, Venere l’Oricalco,
Vedessino da lor produtti in vano,
Ch’altro stimar si puo, se non che ascose,
Per noi tenendo le mal nate vene,
À più saggio coltor darian la cura?
Quanto poi àl’hora vi dorrete, quanto
Riconoscendo il mio fedel consiglio,
Che dato vi ho, che son per darvi sempre,
Biasmarete le vostre inique voglie,
Quando dal gran poter, dal gran dominio,
C’havete in noi vi trovarete prive,
Quando á pregarne, à supplicarne insieme,
Se la nostra bontà, se’l voler pronto
Fusse diforme, e disegual dal vostro,
Vi converrà per ritrovar mercede,
Quando del ben perduto ramentando,
Di tante alme fattezze, pellegrine,
Di cotanta beltà perduta in tutto
Voi medesme in voi stesse cercarete.
Ma falsa sia mia trista openione,
E i mesti augurij siano al vento sparsi,
Che degne voi regnar regnate sole,
Belle esser degne sol, belle anche siate.