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DI ANAXARETE.

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     Godete voi, godete il ben vi prego,
     Che con voi nacque, et fate altrui godere,
     Che vostre alme bellezze mai non colte,
     Come veste gentil che non si porti,
     Come Palazzo inhabitato, come
     Vaso d’argento che nessuno adopri
     Corrompe il tempo, et la vil herba avolve,
     E fansi oscure, tenebrose, et lorde.
     Ne siate à voi di voi medesme parche,
     Et di quel d’onde povere non sete,
     Che non si perde ò sminuisce unquanco,
     Che à commun benefitio sempre integro,
     Perche più largamente si dispense,
     Per gratia singolar, e proprio dono,
     Fra tanti altri che’l Ciel tra voi comparte,
     Senza scemarsi, contro il frequente uso
     Ch’ogni cosa creata, e lima,
     Incorrotto, infinito, eterno resta,
     Arricchendo un famelico mendico,
     Donando che donar mai non potete,
     Fatene copia, à chi bramando more,
     Poi che per questo solo al mondo nate,
     Poi che si adorne, et delicate et vaghe,
     Foste create à questo effetto santo.
     Ne imitate lo avar ch’in mezzo gli alti
     Cumulati thesor, fra le ricchezze,


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