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DI PERISTERA.

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     E'intorno il lembo de la vesta, prima
     Fatti suoi giri, con mandar di fuori
     In lagrimevol voce un mormorare,
     Quasi ricordo del primier suo stato,
     Poi ne le braccia sue volando, à tutti
     Mostrò de la sua fè pegno immortale.
Tenera tutta fatta l'amorosa
     Donna del terzo giro, mille volte
     Et mille la basciò, ne le mammelle
     Poi si stretta la tenne, ch'indi forse
     Invidia à mille Ninfe e à mille Amori,
     Che d'ardor sfavillando, e di Pietate,
     Tutti correano à gara ad involare
     Almen'un bascio al leggiadretto augello,
     Peristera dicendo, ò la mia dolce
     Peristera, e'n quel dir ciascuna voce
     Si sforzava lassar tronche parole,
     Come s'usa al bambin, che è in culla avolto
     Da chi, di lusingar cerca à suoi vezzi.
Ma perche di parlar dava segnale
     Venere à la Colomba c'havea in braccio,
     Tutte d'intorno à lei le Gratie e l'Hore
     Si fermar ad udir quel che dicea
     Tacitamente, ò s'aprestava à dire,
     Quando fatto tra lor silentio queto,
     Rivolta al bianco augel Venere al fine,