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DI PERISTERA

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     Vedea la Madre, et men nel giuoco accesa,
     Di coglier mille fior, tutto vezzoso,
     Quasi di vincer lei presagio havesse
     Da l’occorso dolor, onde volgendo
     L’ale spedite a questi fiori e à quegli
     Hor colgo (dicea lieto e ad alta voce)
     Colga la Madre mia, le Rose, e colga
     Dl Cinara la pianta, ch’io repente
     Di mille fior mi colmo il grembo, et ecco
     Che te tra gli altri colgo, ò ti che fosti
     Cagion di pianto à Phebo, onde’l suo pianto
     Ne le tue foglie anchor descritto serbi,
     Et ben conviensi ch’ad un tempo io colga
     Te di Cephiso Figlio, ò infelice
     Sol perch’altro non eri, et eri un’altro,
     Ò fior ambi gentili, in quai l’errore
     Del disco estinse à lun la vita, e à laltro.
     Del fonte il nuovo error la vita accese.
     Eccomi ò bianchi Gigli à voi rivolto.
     Ecco ch’a te mi giro ò Clitia, mentre
     À Phebo tu ti giri, et te che ridi
     Innanellato Acanto, et te che mostri
     Tre lingue ò Croco, et te bello Amaranto;
     À cui si vede Amaraco vicino,
     Tutti colgo à d’un tempo, et fò di tutti
     Composto fascio, in cui pur’Aty aggiungo.