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DI PYTI. |
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Quasi sembiante del bel corpo, ir dentro
Con spirto ascoso se movendo, et vede
Le ramose sue braccia indi spuntare,
Et l’alte chiome sempre à venti sparse
Mostrar che con i venti han ferma guerra,
Ratto il misero Pan tre volte et quattro
L’arbor abbraccia, et occoltare il pianto
Cerca col fren de la vergogna, et mira
Fiso la terra, ahi sconsolata madre
Madre infelice (con sospiri ardenti
A pena dice) hor s’hai tu pianto il danno
Ch’è gia comune, et mi convenne in parte.
Ecco ch’io pur lo piango, et ne vedrai
Il dritto da quest’occhi, da quest’occhi,
Che come tanto bon mi furno duci,
Hor compagni mi fieno in tanto male.
Ah madre universal, tu pur havrai
Nel ventre il corpo suo, dond’egli uscio,
Et à lei verde ministrando vita
Potrai nel fiero duol pace trovare.
Ma qual pace trovare poss’io gia mai,
Se tutti gli amor miei vanno ad un fine,
Siringa amai, divenne Canna, amai
Pyti che piango hor lasso in pianta volta,
Ma se nel primo duol mi fu conforto
Far sampogna di lei, che pianga et canti,