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LA FAVOLA

     Dove Pyti gia sei? chi mi t’ha tolta,
     Chi tolta mi t’asconde? ahi Pan dolente
Ma ecco che fiaccato al fin’arriva
     Ove il crudel rival havea gia fatto
     De la gelosa doglia essempio, et trova
     Mille bifolchi uniti a rimirare
     Quivi una pianta mai non vista et vaga
     Quant’altra che la terra unqua produsse
     Ahi come Pan la vide, et udi poi
     Chiamarla Pino così tosto certo
     Fù nel cor di veder le spoglie altiere
     Di Pyti sua cangiata in altra vita.
     Vede la Madre à un tempo, et perche tutta
     Di rugiadose erbette era coperta,
     Quinci pur segno del suo pianto prende,
     Del pianto, che gia sparso, havea le stille
     Per testimon del suo dovuto humore.
     Vede come ella poi l’abbraccia, et tiene
     Entr’l suo seno con materno affetto,
     Et questo pur gli addita che l’amore
     De la diletta figlia ancho la stringe,
     Al fin compreso il fortunoso caso
     Che tacer non potea la fama, in mezzo
     I selvaggi pastori ivi presenti
     Tosto à l’arbor s’appressa, et mentre sente,
     Nella novella scorza il vivo tronco,