Et ch’io contar non posso ad uno ad uno.
Quanta gloria ti fia tra l’altre poi
Esser matrigna di duo sacri spirti,
Calai et Zeto io dico, alati heroi
Di fama conta, che compagni eletti
Fur dal magno Iason nel’Argo nave
Degnati á tanta impresa dal valor
Con cui vinser l’Harpie, ch’altro potere
Torzer non puote mai dal vezzo usato
Di l’or le mense in preda al buon Phineo,
Et chi sa forse (s’Himeneo sia mai
Tra noi chiamato) che piu chiari figli,
Piu valorosi figli il tuo bel parto
Non mi produca anchor piu bei gemelli,
Che di gloria et d’honor vincano i primi?
Tutto potra voler Giove, volendo
Nel mio regno venir nuova Reina,
Ne temer che’n si longa et strana via
Dal sol si faccia offesa al volto vago,
Al volto ond’hai di te tanta vaghezza.
Il sol nulla potra nel bel sembiante
Col calor offuscar tuoi chiari raggi,
Ne si longo camin potra stancare
I bei pie ch’à fuggirmi hor son si presti,
Io Pyti saro quel, che’n queste braccia
Stretta terrotti, et con quest’ale al volo
Facendo aura soave et dilettosa,