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LA FAVOLA

     De duo vaghi occhi, d’un bel viso adorno
     Verdeggiando infiammava al gielo, e al caldo:
     Ma in rapida onda le parole scritte,
     E à Zephir fieno i desir vostri sparsi,
     Che le rose passata la stagione
     Mai non racquistan, ne il pensier canuto
     Si conface col crin biondo dorato,
     Però se mai di noi pietà vi strinse,
     Di noi, che siam la parte vostra intera,
     Che con voi nati, ancho morir vogliamo,
     Se mai dolce mia vita, almo mio bene,
     Sola cagion onde vivendo pero,
     Fisando in me le pure luce, e sante,
     Che trapassan le nubi il ciel l’abisso,
     Scorgeste il cor sincer, l’affetto interno.
     Se mai di voi, del vostro honor vi calse,
     Che in uccider chi vi ama non si acquista,
     Se in somma mai, del nascimento vostro,
     Del natural destin vago gioioso,
     Se mai pensasti al viver corto, e breve,
     À la gravosa debile vecchiezza,
     À la crudele inexorabil morte,
     Quinci prendendo come accorte, e pie
     Per voi di quanto havete à far consiglio,
     Di quanto anchor altrui tenute sete,
     In tranquillo ocio, in dilettosa pace