Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
DI ANAXARETE. |
54 |
Ne trapassata si rivolge indietro,
Sara corrotta, et depredata à fatto.
Quanto, piu tosto che pensar non oso
Fansi d’argento le dorate chiome?
Quanto la fronte spatiosa e vaga
Col viso santo si nasconde e increspa?
Quanto il bel corpo delicato e molle,
Che dil mondo maggior sembianza tiene
Ruvido fusse al tatto aspro e spinoso?
Oime che à l’hora non vedendo scampo
Al ben perduto, al trapassato tempo,
Piu di tre volte il nome, meo chiamando,
Che si vero, fedel, saggio, consiglio,
M’affatican d’assicurarvi in darno,
Tra voi stesse dogliose gridarete
Perche non riede al saggio animo nuovo
La perduta beltà, le forze antiche
Perche il nuovo pensier, che hor si disdice
Mancò il bel tempo giovenil e fresco.
Al tempo, che fiorir l’horrido verno
Che arrestar l’ira del turbato mare
Che facea Giove, Poliphemo, e Marte
Perder lo sdegno, lo saper, la forza
Al tempo oime che tutt’il mondo vano
Del lieto April de nostri anni fioretti
Che acceso da la està calda e serena