Sparger non altramente il sol vedeasi
Il vermiglio color da i raggi suoi,
che Porpora faria, mentre distesa
Fosse tra bianche mura, ù riflettendo
Convien ch’ombra vi stampi à se conforme,
Ma ben per lei dannoso il sol’allhora
Giunse á tanta beltà troppo alto honore,
Che bella piu che mai subito apparve
O ne Borea in quel punto ivi girato
Havesse gli occhi à rimirala mai,
Borea crudel, che dopo fatto in mare
A mille legni periglioso danno,
Uscito del suo regno horrido et freddo
Tosto che vide il bel sembiante odorno,
Cosi parve che in lui nuova Orithia
L’antiche fiamme rinovasse in tutto,
Più volte fiso rimirolla, et tanto
Che se l’amar non fu pria che’l vedere,
Con la vista l’amor nacque ad un tempo.
Sorse ad un tempo il fuoco, poi che ei vide
Le Bellezze presenti, et gia per fama
Conte ne boschi, ove piu volte udito
Haveva il Nume Semicapro ir lei
Lodando sopra quante il mondo ha belle.
Oime (prese indi à dir) dunque ė pur vero
Ch’arda colui per tal beltade et tanta?