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DI ANAXARETE.

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     Per le tante ragion certo, e sicuro,
     Tutto il mio volontier sempre rimetto.
     Chi riprende s’il fuoco scalda e abbruggia?
     Se l’acqua bagna? se la terra è grave?
     Se l’aer piu leggiero in alto vola?
     Chi riprende se il verno horrido freddo?
     S’estate è calda? e primavera è lieta?
     Se l’Autunno è inequale, s’anch’è nocente?
     Come per veder gl’occhi, i pie per gire,
     Per tor le man, per ragionar la bocca,
     À arbitrio nostro à volontà son fatte,
     Che non passando questo membro, e quello,
     Il proprio offitio, esser non può ripreso,
     Cosi le parti, ch’in voi son piu dolci,
     Che piu bramar, che piu pregar si deno,
     Se quanto il natural corso gli porge,
     Quanto l’offitio lor chiede, e ricerca
     Fanno e rifan, biasmar gia non si ponno,
     Che se Lucretia à grave scorno s’hebbe
     Stata esser contra il suo voler cortese,
     Onde la morte volontaria elesse,
     Fù insania espressa, e no timor di biasmo,
     Che dovea inanzi, che violata fosse,
     Per ver amor de la honestade pura,
     Che di se sola ampia mercede et premio
     D’alcun stranio favor non ha bisogno,


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