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LA FAVOLA

     À noi servirvi, e riverir conviene,
     Che à tanto honor dal Ciel degnati siamo;
     À voi benigne et amorose farne
     Parte di voi, parte del ben c’havete,
     Parte di quel, ch’indivisibil sempre,
     Quando vostra merce, si dona, e parte,
     Con voi, noi insieme reintegrando à pieno
     Quei beati più fa, che più forte hanno
     Di cocente desir il petto caldo,
     Et voi più assai, che se Tyresia il vero
     C’havea provato discoperse in Cielo
     S’à veraci scrittori unqua si crede,
     In questa alma immortal, celeste pace,
     Onde gioisse il Ciel, e gli elementi,
     In così perfettissima unione,
     Che al primier stato ognun di noi riduce,
     Godete del piacer la maggior parte.
Fu tempo (se ascoltar non vi é molesto,
     Quel che abbattendo ogni ragion contraria,
     Quanto voi erriate; quante erri ciascuno,
     Quanto sia à voi scortese, à noi nimico,
     Che d’amarne vi vieta, e vi sconforta
     Partir con noi, quel che funestro intero
     Aquistara al mio dir perfetta fede)
     Fù tempo, dico, che diversa, e varia
     Era da quel, c’hor è nostra sembianza,


Che