Pagina:Bellamy - L'avvenire, 1891.djvu/32

30


«Eppure,» disse il dottore «la direzione della corrente era interamente visibile, se si fossero dati la pena di osservarla; essa non conduceva nell’abisso, ma bensì nell’acqua navigabile e profonda».

«Posso però dirvi,» replicai, «che, quando mi addormentai, la prospettiva era tale che non mi avrebbe fatto caso il vedere, svegliandomi, un mucchio di rovine incenerite al posto della bella città che scorsi dal vostro terrazzo».

Il dottor Leete mi aveva ascoltato attentamente e, quando tacqui, annuì con fare pensoso. «Quanto mi avete detto,» osservò, «può essere considerato come una giustificazione di Steriot il quale ai tempi vostri, era tenuto generalmente per esagerato allora che descriveva la tetraggine dell’umanità. C’era da aspettarsi invero che una tale epoca di transizione fosse agitata; ma quando si vede come tutte le forze mirassero ad uno stesso scopo, si crederebbe che gli spiriti dovessero essere stati animati da speranza anzichè da timore».

«Non mi avete ancora indicato qual fosse le scioglimento da voi trovato», dissi. «Bramerei sapere come mai una pace ed un benessere simile a quelli di cui godete, possano essere il risultato di un’epoca come la mia».

«Scusate», interuppe il mio ospite, «fumate?» E dopo di avere accesi i nostri sigari, proseguì:

«Siccome vedo che voi preferite, come me, discorrere invece di dormire, proverò di darvi un’idea del nostro sistema industriale moderno, onde distruggere in voi l’impressione che nel processo di sviluppo vi sia un segreto. All’epoca vostra gli abitanti di Boston avevano la nomèa di prediligere le domande e per provarvi che le cose stanno ancora come allora, comincierò col farvene una. Qual’era, secondo voi, la caratteristica speciale delle agitazioni operaie all’epoca vostra?»

«Gli scioperi, naturalmente,» dissi io.

«Benissimo; ma perchè mai parevano tanto temibili?»

«Per la grandiosa organizzazione degli operai».

«E qual era l’idea fondamentale di questa grandiosa organizzione