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Ma i visi che mi circondavano, non espressero, come mi aspettavo, sentimenti simili ai miei; essi si fecero invece più oscuri, più irritati e più sprezzevoli. Invece dell’entusiasmo che mi aspettavo, le signore mostravano ribrezzo e paura, mentre gli uomini m’interrompevano con esclamazioni di biasimo e di disprezzo.

«Pazzo! Fanatico! Nemico della società!» tali erano i nomi che mi davano e colui che mi aveva prima guardato con l’occhialetto, gridò:

«Egli dice che non avremmo più poveri, ah, ah!»

«Cacciate fuori quell’uomo!» esclamò il padre della mia fidanzata e tutti si alzarono precipitandosi verso di me.

Mi pareva che il mio cuore dovesse spezzarsi, tanto era grande il mio dolore nel vedere che, tutto ciò che era per me così importante e chiaro, sembrasse loro insignificante, e nel pensare che ero impotente a farli cambiar d’idea. Il mio cuore era stato tanto commosso, che avevo creduto di poter sciogliere una massa di ghiaccio; non provavo animosità contro i miei oppressori; ma li compiangevo.

Benchè fossi disperato, non riuscivo a sottomettermi, i miei occhi erano molli di pianto, ansavo, sospiravo, gemevo ed in quel mentre... mi trovai seduto sul mio letto, nella mia camera in casa del dottor Leete ed il sole entrava a ondate dalla finestra aperta. Sbuffavo, il mio viso era inondato di lagrime e mi sentivo tutto tremante.

Riconoscendo che il mio ritorno nel secolo XIX era stato un sogno e che vivevo ora realmente nel 20°, provai ciò che deve sentire un forzato evaso il quale, dopo aver sognato di essere stato ripreso e nuovamente rinchiuso nella sua cella oscura, si sveglia e scorge il cielo sul suo capo.

Le crudeli immagini da me vedute nel mio sogno e delle quali la mia vita passata era pur stata testimone, erano, grazie al cielo, assai lontane; da molto tempo già, oppressi ed oppressori, profeti e dileggiatori eran ridotti in polvere; da più generazioni già, i ricchi ed i poveri non eran che parole dimenticate.

Ma in quel momento, mentre pensavo con riconoscenza infinita alla grande redenzione del mondo ed al privilegio a me concesso