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luogo fra fidanzati; essa desiderava ch’io le parlassi molto di Editta Bartlett e del mio amore per lei, e ricompensava le mie tenere parole dirette ad un altra, con lagrime, sorrisi e strette di mano.

«Voi non dovete amare troppo me in me stessa,» disse, «al suo posto sarò molto gelosa e non sopporterò che la dimentichiate. Voglio dirvi qualche cosa di straordinario; non credete che gli spiriti qualche volta ritornino sulla terra per compiere un opera che stia loro a cuore? Se vi dicessi, che ho pensato talora, che il suo spirito viva in me — che il mio vero nome sia Editta Bartlett e non Editta Leete, che pensereste voi? Io non lo posso sapere, noi non possiamo dire precisamente chi siamo; ma lo si può sentire. — Vi stupite nell’osservare quanto abbia influito la sua sulla mia vita? Così, vedete, non vi occorre fatica per amarmi; se rimanete fedele a lei, io non diventerò facilmente gelosa».

Il dottor Leete era uscito e non lo vidi che sul tardi. Da quanto parve egli era preparato alla notizia che gli recavo e mi strinse cordialmente la mano.

«In circostanze abituali, signor West, direi che questa promessa di matrimonio è avvenuta dopo conoscenza troppo breve; ma le nostre, sono circostanze tutt’altro che comuni.

Per essere sincero, dovrei dire,» aggiunse ridendo, «che malgrado ch’io consenta con gioia a questa promessa di matrimonio, voi non dovete ringraziarmi, poichè il mio consenso è una pura formalità; compresi che questo doveva succedere, appena spiegato il segreto del medaglione. Oh mio Dio!, credetemi, se Editta non ci fosse stata per sciogliere il voto della sua bisnonna, temo che la fedeltà di mia moglie avrebbe avuto da sostenere una dura lotta».

Alla sera il giardino era rischiarato da una magnifica luna; Editta ed io passeggiammo fino a mezzanotte, familiarizzandoci col nostro amore.

«Che cosa avrei fatto, se non mi aveste amata?» esclamò essa. «Io temeva molto che ciò accadesse, e che cosa avrei dovuto fare? eppure sentivo d’essere consacrata a voi. Tosto che