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nunciare alle spiegazioni, ma Editta era decisa di non lasciarsi più baciare, finchè venisse giustificato ogni sospetto per la troppa fretta di regalarmi il suo amore ed io volentieri accompagnai il grazioso indovinello in casa.

Quando fummo vicino a sua madre, essa, arrossendo, le sussurrò qualche cosa nell’orecchio e corse via.

Ed ora mi doveva esser noto quanto di più sorprendente si sia presentato nel corso della mia vita; appresi dalla signora Leete, che Editta era nientemeno che la pronipote della mia perduta fidanzata, Editta Bartlett.

Costei dopo avermi pianto per quattordici anni, fece un matrimonio di stima e lasciò un figlio che fu il padre della signora Leete. La Signora Leete non aveva conosciuto sua nonna, ma tenutala sempre in gran conto, avendo udito a parlar molto di lei, diede a sua figlia il nome di Editta; questa circostanza fece sì che la fanciulla, crescendo, s’interessasse a tutto ciò che si riferiva alla sua bisnonna, e specialmente alla tragica istoria della supposta morte del suo fidanzato nell’incendio della sua casa.

Questo fatto era proprio adatto ad accendere la fantasia d’una giovinetta romantica, ed il caso poi che nelle sue vene scorresse il sangue dell’infelice eroina aumentava l’interesse di Editta; un ritratto di Editta Bartlett con alcune carte, fra le quali un piego di lettere mie, costituivano un caro ricordo della famiglia; il ritratto rappresentava una bellissima fanciulla di cui si potrebbe immaginare quanto di più dolce e di più poetico vi sia; le mie lettere poi davano ad Editta soggetto di farsi un’idea chiara della mia personalità, e quelle due cose unite bastavano per fare rivivere la vecchia e triste istoria nella giovinetta, che soleva dire per ischerzo ai suoi genitori, ch’essa non andrebbe a marito finchè non trovasse un amante come Giuliano West, e uno simile al giorno d’oggi non c’era più.

Tutto questo era naturalmente il prodotto dell’esaltazione giovanile di una fanciulla, non mai occupata da una propria storia d’amore, e non vi sarebbero state conseguenze se in quella tal mattina, nel giardino di suo padre, la volta crollata non avesse palesato l’identità d’un abitatore ia quel luogo sotterraneo, e