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di facoltà elevate, l’esistenza delle quali era ignorata dai nostri antenati.

Invece del triste sconforto del secolo decimonono e del suo cupo pessimismo riguardo all’avvenire dell’umanità, l’idea vivificatrice del tempo presente è la comprensione entusiastica di ciò che offre la nostra esistenza e di quanto può l’umana natura. Il suo raffinamento fisico, spirituale e morale, di generazione in generazione, vien considerato come scopo maggiore, degno di qualsiasi sforzo e di qualsiasi sacrificio; crediamo che il genere umano ha concepito per la prima volta la realizzazione dell’ideale divino e che ogni generazione deve rappresentare un passo in avanti.

A chi chiede dove giungeremo quando infinite generazioni saranno morte, rispondo che la via che ci sta dinanzi, si estende assai lontano, e si perde nella luce. Perchè il ritorno dell’uomo a Dio, che è la nostra patria, è un doppio ritorno; quello dell’individuo mediante la morte, e quello del genere umano mediante la fine dello sviluppo, poichè il segreto divino, nascosto nel germe, dovrà svilupparsi completamente.

Con una lagrima per il cupo passato, volgiamoci ora al risplendente avvenire; andiamo avanti con gli occhi velati; il lungo e triste inverno è passato, l’estate è venuta, l’umanità ha rotto il suo bozzolo, e il cielo è in vista».


CAPITOLO VENTISETTESIMO




Non so il perchè; ma nella mia antica vita, nel pomeriggio della domenica io era sempre malinconico, i colori svanivano e tutto per me era privo d’interesse; le ore, che di solito scorrevano veloci, perduta la loro rapidità, volgevano lentamente verso il tramonto. Forse n’era causa l’associazione delle idee; ma io