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costanza che l’organizzazione industriale e commerciale della società aveva uno spirito anticristiano, deve aver dato a quelli che si dicevano cristiani, l’idea di fermarsi; ma ciò non era sufficiente.
Chiedendoci perchè, dopo che la maggioranza aveva sopportato lo scandalo delle istituzioni sociali esistenti, essi pure vi si adattarono od almeno si contentarono di lievi modificazioni, siamo condotti ad osservare un fatto notevole. Era ingenua credenza degli uomini migliori di quel tempo, che i soli elementi durevoli della natura umana, sui quali si potesse fondare un sistema sociale, fossero le sue inclinazioni più cattive, così era stato loro insegnato ed essi credevano che l’avidità e l’egoismo fossero i soli principi atti a mantenere gli uomini uniti e che tutte le società umane avrebbero cessato di esistere, quando fossero stati distrutti quei principi o diminuito il loro effetto. In una parola, essi credevano — e perfino quelli stessi che avrebbero pur voluto pensare altrimenti — assolutamente il contrario di quanto a noi sembra tanto chiaro; credevano cioè che le facoltà antisociali dell’uomo, anzichè le sociali, rappresentassero la forza di coesione della società. A loro pareva cosa ragionevole che gli uomini vivessero insieme, soltanto per pregiudicarsi e schiacciarsi l’uno con l’altro e che, una società avente tali aspirazioni, si mantenesse salda; mentre avrebbero dato poca speranza di vita a quella società, che avesse voluto basarsi sull’idea della cooperazione al bene universale. Pare un’assurdità il domandare che si creda che gli uomini abbiano realmente avuto tale convinzione; eppure è un fatto provato dalla storia che essa, non solo influenzò i nostri antenati; ma fu responsabile dell’indugio messo a trasformare il vecchio sistema. E pure questa ragione che spiega il pessimismo della letteratura dell’ultimo quarto del secolo XIX, il carattere malinconico della poesia e lo scherno che accompagnava sempre lo scherzo.
Benchè si comprendesse benissimo che la situazione del genere umano era insopportabile, non si aveva nessuna speranza di miglioramento; si credeva che l’umanità, sviluppandosi, fosse entrata in una via senza uscita.