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sollecitudine, il lavoro che da tutti si richiede è limitato e giusto, e tutte quelle cause che prima contribuivano ad abbattere mente e corpo, il pensiero di sè e della famiglia, l’inquietudine di potersi procacciare le cose necessarie alla vita, lo sforzo perenne di una lotta continua, sono ora rimosse. Un tal cambiamento deve naturalmente esser seguito da un progresso del genere umano; ed in certe cose, noi stessi riconosciamo questo progresso; le malattie mentali, per es. sì frequenti ai tempi vostri e conseguenza del vostro genere di vita, sono quasi completamente scomparse, come pure il suicidio, che spesso le seguiva».


CAPITOLO VENTIDUESIMO




Eravamo intesi di ritrovare le signore alla trattoria, all’ora del desinare; quando esse se ne furono andate, noi rimanemmo seduti a tavola e, fumando e bevendo, discorremmo di un’infinità di cose.

«Signor dottore,» dissi, nel corso della conversazione, «non sarei ragionevole se non riconoscessi che, paragonato con quello di qualsiasi altra epoca ed anche con quello del mio infelice secolo, il vostro sistema sociale è ammirevole. Se dovessi, questa notte, ricadere nel mio sonno mesmerico, e, anzichè andare avanti, tornare indietro di cent’anni; e se potessi narrare allora a’ miei amici tutto quanto ho veduto, essi direbbero certamente che il vostro mondo è un paradiso di ordine, giustizia e beatitudine. Ma, siccome i miei contemporanei erano assai pratici, dopo aver riconosciuto il merito del vostro sistema, essi chiederebbero indubbiamente dove mai avete preso il danaro necessario a rendere tutto il mondo così felice; che, per permettere alla nazione un tal benessere ed un tal lusso, devono occorrere ricchezze assai più grandi di quelle allora possedute. Quando anche potessi spiegar loro esattamente tutte le particolarità del