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fra compratore e venditore; ora che non abbiamo più nè proprietà privata, all’infuori dell’avere personale, nè compera o vendita, sparisce ogni ragione di essere di una legislazione.

La società d’allora era una piramide che si sosteneva sul suo vertice e tutti gli sforzi della natura umana tendevano ad atterrarla, sicchè per tenerla in piedi, si doveva ricorrere ad un sistema artificiale di sostegni e di pilastri, i quali avevano sempre bisogno di essere rinnovati: questi sostegni erano le vostre leggi.

Un consiglio nel centro e quaranta legislature politiche, pubblicavano annualmente circa 20,000 leggi, ma non giungevano mai a fare questi nuovi sostegni, abbastanza in tempo, da supplire tutti quelli che cadevano o che divenivano inutili; ora la società posa sulla sua base e non ha maggiormente bisogno che non le eterne montagne, di un sostegno artificiale».

«Ma avrete almeno governi civici, accanto all’autorità centrale?».

«Certamente, ed essi hanno funzioni importanti e vaste, dovendo pensare alla comodità ed al riposo pubblico, come pure al miglioramento ed all’abbellimento dei villaggi e delle città».

«Ma come possono essi condurre a termine cosa alcuna, non avendo nessun diritto di comando sulla loro gente e nessun mezzo per ottenerlo?»

«Ad ogni città fu concesso il diritto di valersi, per i lavori pubblici, di una certa parte del lavoro che i suoi abitanti fanno per la nazione. Per essa, quella parte, viene iscritta come credito, convertibile a seconda del suo volere».


CAPITOLO VENTESIMO




Quello stesso dopopranzo Editta mi chiese alla sfuggita, se non avevo ancora riveduto il locale sotterraneo ove mi avevano trovato.

«Non ancora», risposi; «per dirvelo francamente, fino ad ora non ho avuto il coraggio di farlo perchè temevo che quella