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zioni dei vostri grandi legali, le opere di Blackstone e di Chitty, di Story e di Parsons, si trovano nei nostri musei accanto a quelle di Duns, Scotus e dei suoi scolari; esse vengono considerate come monumenti di acutezza mentale sopra soggetti che non interessano più l’umanità moderna.

I nostri giudici sono semplicemente uomini discreti e di età matura, di cognizioni molteplici e capacissimi di dare un giudizio.

Devo inoltre parlarvi di un’importante funzione dei giudici minori,» aggiunse ancora il dottor Leete, «cioè dei casi in cui un soldato semplice dell’esercito industriale si lamenta di un’ingiustizia di un ufficiale. Queste quistioni son generalmente trattate da un giudice solo; soltanto nei casi complicati se ne richiedono tre».

«Col vostro sistema un tal giudizio è necessario, poichè, da voi, un uomo che venga trattato ingiustamente non può lasciare il suo posto, come si soleva fare ai tempi miei,» soggiunsi.

«Certamente che lo può,» mi rispose, «non solo egli è certo di essere imparzialmente ascoltato ed aiutato; ma se non va d’accordo col suo superiore, può benissimo ottenere di venir cambiato di posto. Col vostro sistema un uomo poteva, è vero, lasciare il suo posto, se il suo principale non gli piaceva, ma con ciò perdeva il suo mezzo di sussistenza. Uno dei nostri operai, che si trovasse in una posizione spiacevole, non ha bisogno di rischiare il suo unico mezzo di mantenimento per esser trattato meglio. L’industria esige una disciplina severissima nell’esercito lavoratore; ma il diritto che ogni operaio ha di esser trattato con giustizia e riguardi, è più potente della nazione. L’ufficiale comanda ed il soldato ubbidisco; ma nessun ufficiale ha il diritto di mostrarsi superbo con un operaio della classe minore. Se un impiegato agisse rozzamente nei suoi rapporti col pubblico, potrebbe esser certo di venir prontamente castigato. Non è soltanto la giustizia che esigono i nostri giudici; essi vogliono anche la cortesia. Per quanto lodevole sia il servizio prestato da una persona, non le si permetterà mai un procedere grossolano ed offensivo».