Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
107 |
settimana, e constaterete voi stesso, paragonandolo ai vostri tempi, l’entusiasmo generale provocato oggi, da un tale avvenimento. Il grido, panem et circenses, che mandò il popolo romano, è tenuto oggi in gran senso. Se il pane è l’alimento principale per la vita, la ricreazione è necessaria, e la nazione pensa per tutti e due. Gli americani del secolo decimonono avevano la disgrazia di non prendersi pensiero nè dell’uno, nè dell’altro; anche se allora gli uomini avessero avuto maggior agio, credo che sarebbero stati impacciati sul modo d’impiegare il tempo piacevolmente; e noi invece non ci troviamo mai in simile caso».
CAPITOLO DICIANNOVESIMO
Una passeggiata mattutina mi condusse a Charlestown; e fra le molteplici trasformazioni che caratterizzavano in questa parte della città il corso d’un secolo, osservai anzitutto la sparizione completa delle antiche carceri di stato.
«Furono demolite prima che nascessi, ma mi ricordo d’averne sentito a parlare,» disse il dottore, quando gliene parlai a colazione. «Noi non abbiamo più carceri, tutti i casi di atavismo sono curati negli ospedali».
«Di atavismo!» esclamai, fissandolo.
«Certamente,» replicò il dottor Leete «al pensiero di castigare questi infelici si rinunciò già da cinquant’anni, e credo ancor più».
«Non vi comprendo,» dissi. «L’atavismo era parola, che a miei tempi si riferiva a persone in cui si manifestava in modo sorprendente un tratto del carattere di un avo lontano; devo io comprendere che oggi si considera il delitto come una manifestazione di ciò?»
«Prego di scusare,» disse il dottor Leete con un sorriso umoristico, «poichè mi fate una domanda tanto precisa, sono costretto di dirvi che le cose stanno proprio così».