Pagina:Beccaria - Opere, Milano, 1821 II.djvu/388

388 prolusione

polizia interna, finanze, non dimenticherò giammai il sacro dovere imposto a tutti quelli che sono incaricati della pubblica istruzione, di parlare mai sempre il linguaggio della verità chiaro, semplice, energico. Richiamando gli oggetti alle origini loro primitive, ove si trovano meno intralciati fra tanti rapporti e modificazioni, le definizioni riusciranno esatte e non arbitrarie; l’evidenza nascerà dal discioglimento delle nozioni complesse ne’ suoi elementi, e da un’ordinata deduzione delle proposizioni più semplici alle verità più generali e più complicate. Nel medesimo tempo realizzando le massime economiche colla continua applicazione alle circostanze nostre, mi sforzerò di allontanarmi dalle sterili ed astratte speculazioni, e da quell’apparato imponente di termini scientifici, onde le scienze tutte sembrano misteriose ed inaccessibili; e con eguale premura schiverò le magistrali e dogmatiche decisioni, sotto il giogo delle quali l’originario vigore degli spiriti si rallenta dietro una servile imitazione, e le scienze divengono un artifizioso accozzamento di termini convenuti.

Diffidando di me medesimo e sgomentandomi dell’importanza di una scienza che versa intorno agli interessi delle intiere nazioni, spero di essere animato ed assistito dall’illustre gioventù milanese. Il docile ingegno, l’animo fervido ed instancabile, la vivace curiosità loro contribuiranno a dileguare il sempre imminente e pieghevole errore, ad abbattere i barbari pregiudizi e le anticipate opinioni, che ad onta della timida e sfuggevole verità potrebbono opporsi in questo suolo ai doni immortali della natura,