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386 | prolusione |
dell’industria e della fatica messa in un nuovo fermento fra le nazioni escluse ancora dall’America, non fa che passare per le mani inoperose degli Spagnuoli per circolare in Olanda, in Inghilterra, in Francia. La necessità e la disperazione creano nelle Provincie Unite la libertà e l’industria: alcuni mercanti divengono sovrani di vasti regni nelle Indie Orientali, ed il commercio esclusivo degli aromi assicura alla nazione una sorgente inesausta di ricchezze. Elisabetta in Inghilterra e la sapienza de’ suoi parlamenti portano al colmo la superiorità delle manifatture e l’impero del mare. Il famoso atto di navigazione incoraggisce da una parte, e dall’altra le compagnie di commercio ad imitazione di quelle di Olanda riuniscono le forze della nazione, e rinnovano l’antico Punico esempio di mercanti conquistatori. Luigi XIV e Colbert innalzano quasi in un momento la Francia, rianimando ogni sorta d’industria, e tutte le belle arti, le arti dell’ozio e della pace, fra le ambiziose intraprese di conquista sono mirabilmente nutrite ed incoraggite; ma il colpo mortale della rivocazione dell’editto di Nantes dona in un tratto alle potenze gelose una gran parte delle sue forze e delle sue risorse.
La luce delle scienze le più utili all’umanità comincia a scintillare in Europa, rovesciato l’idolo tenebroso della peripatetica superstizione. Lo spirito profondo ed osservatore della filosofia spandesi sull’economia pubblica e sul commercio. Già gl’Inglesi hanno potuto rinvenire in Bacone i primi semi di queste scienze, da altri valentuomini di quell’illustre nazione in seguito