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i differenti metalli. Così, aggiuntovi l’uniforme apparenza ed una comoda divisione di quelli, divennero a poco a poco il cambio di ogni derrata, e per conseguenza l’universale rappresentazione di esse, come potevano esserla stata avanti una tale scoperta le produzioni più necessarie e di un uso più comune: ecco l’origine della moneta, che è stato il veicolo per cui la macchina politica divenne più mobile e più scorrevole. Finalmente la ferrea costanza degli uomini giacenti lungo le coste marittime nel tentare l’immenso pelago, moltiplicò la comunicazione, il moto e il cambio reciproco de’ comodi e delle delizie della vita.

L’Asia nell’epoche a noi note fu il primo emporio del commercio. La fama delle navigazioni de’ Fenicii risuona ancora fra noi. Dall’Oriente, dall’Africa, dall’Europa questi arditi navigatori chiamavano con instancabile industria tutti i doni della natura negati all’arido e piccolo loro distretto; essi li ricambiavano e rispandevano dove mancassero, e con innumerabili trasporti si rendevano tributarie le nazioni rannicchiate nei loro paesi, emule e guerreggianti fra di loro.

Cartagine, in epoca più certa colonia dei Fenicii sul Mediterraneo, s’innalza dalle rovine di Tiro e di Sidone. Abbraccia per mezzo del mar Rosso e dei porti di Elath e di Esionghaber le Coste Orientali d’Africa, diviene la distributrice dell’oro e dei profumi più preziosi, spinge le sue flotte alle Coste Occidentali e nel Mediterraneo, leva dalle Spagne le lane, il ferro, il cotone, l’oro e l’argento; arriva fino alle isole Cassiteridi, ora Britanniche, per prendere