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DEL BECCARIA lxiii

parimenti ha la data dello stesso anno; e finalmente le Riflessioni, scritte nel 1792, intorno al Codice generale sopra i delitti e le pene per ciò che riguarda i delitti politici. Scopo principale di queste è il mostrare, essere soverchia la facilità con cui si prescrivevano nel Codice le pene della berlina e del bastone senza riguardo alla gradazione delle colpe ed alla diversa condizione de’ rei. Dopo aver quindi osservato che aveasi un freno all’abuso nella prudenza dei magistrati, conchiude con quest’aurea sentenza, ben degna di chi avea composto il libro Dei Delitti e delle Pene: “Le leggi ed i codici devono essere fatti per la diuturnità dei tempi, e non per le persone che attualmente hanno in mano la pubblica autorità1.”

Ma di tutte queste Consulte nissuna vide la pubblica luce, all’infuori di quella sulla riduzione delle misure di lunghezza all’uniformità, la quale venne pubblicata dal Custodi nel tomo secondo delle Opere economiche di Beccaria. La precisione e la diligenza che in essa si ravvisano, possono servire di modello per gli scritti di simili materie. Da essa appare quanta cura e quanto scrupolo siasi usato nella riduzione delle misure, alla quale era stato delegato il Beccaria in compagnia del suo fratello Annibale, meccanico abilissimo, e del sommo matematico P. Frisi. Sebbene per allora l’operazione che essi doveano eseguire fosse ristretta

  1. Custodi, Vita del Beccaria tra quelle dei 60 illustri Italiani, § xi.