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DEL BECCARIA lxi

hanno collo stato del successivo incivilimento delle nazioni, accenna il N. A. siccome per rendere immaginosi una lingua ed uno stile è necessario che le parole corrispondano perfettamente alle idee sensibili che si vogliono rappresentare. Conchiude quindi il lungo ed interessante ragionamento sul proposito col dire “che il principale artificio di chi vuole riuscire eccellente scrittore sarà quello di ridurre alle idee sensibili tutto il corredo delle parole, delle quali egli, conversando e studiando, carica la memoria.” Questo capitolo fu stampato per la prima volta nell’edizione che il Silvestri fece in Milano delle Ricerche sullo stile nell’anno 1809. Il libro medesimo venne stampato in francese nell’anno 1771 nella forma di dodicesimo. La versione è opera dell’abate Morellet, il quale avea dichiarato al Beccaria sino dal 1766 di volere essere suo traduttore ordinario1

Volendo la Corte premiare il Beccaria dello zelo da lui mostrato nell’istruzione pubblica, e mettere a profitto per lo Stato le belle e grandiose massime ch’egli avea professate ne’ suoi scritti e nelle sue lezioni, con dispaccio del 29 aprile 1771 l’elesse consigliere nel Supremo Consiglio d’Economia. Soppresso quindi quel dicastero, passò egli ad essere membro del

  1. Traité des Délits et des Peines, etc. pag. xlii. Noi abbiamo asserito che Morellet abbia tradotto il libro sullo Stile puramente sulla fede del sig. di Lally (Biog. univ. l. c.), giacchè non ci venne fatto di vedere la traduzione medesima.