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DEL BECCARIA | lvii |
veniva comunemente riguardato dagli autori i quali trattarono delle belle lettere. Il metodo tenuto da essi consiste nel ridurre a canoni generali le bellezze già combinate dai maestri dell’arte, ed al contrario il N. A. si propone di fare le osservazioni generali intorno alla maniera colla quale si combinano quelle bellezze; osservazioni le quali si deggiono cavare dal fondo del nostro cuore, ricercando a quale combinazione d’idee, d’immagini, di sentimenti esso si scuota ed irriti, ed a’ quali resti inerte, e stupidamente indifferente1. Di là egli trae la conseguenza che le vere istituzioni poetiche debbonsi ricavare dalle osservazioni sulle interne operazioni dello spirito, e non sulla loro manifestazione. Accennata in tale maniera la scorta fedele che dee guidare il filosofo nel suo esame sullo stile, e dopo aver detto siccome egli intende di parlare dello stile che si riferisce alle idee, non già semplicemente alle parole, scende il Beccaria ad esporre quello ch’egli chiama principio generale. Egli dimostra pertanto che lo stile consiste nelle idee e sentimenti accessorii che si aggiungono ai principali in ogni discorso; e che quanto sarà maggiore il numero delle idee accessorie; s’accrescerà la bellezza dello stile, osservati costantemente i giusti confini.
Noi non seguiremo il Beccaria di passo in passo nelle sottili sue investigazioni. Solamente ci pare necessario di far notare siccome egli
- ↑ Ricerche sullo Stile. Prefazione.