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DEL BECCARIA li

operando. Alla fine chiude il discorso col promettere di parlare in ogni occasione il chiaro ed energico linguaggio della verità, e di allontanarsi dalle sterili ed astratte speculazioni, e dalle decisioni magistrali e dogmatiche, applicando invece continuamente le massime economiche alle circostanze del paese. Questa prolusione venne tradotta in francese da Giovanni Antonio Comparet, e stampata in Losanna nell’anno medesimo in cui fu recitata.

Eseguì in fatti il N. A. tutto quanto aveva promesso nella sua orazione proemiale, e noi ben lo possiamo conoscere dalle lezioni ch’ei tenne nelle Scuole Palatine, e che poscia continuò nella sua casa con superiore permissione, le quali ora corrono stampate per le mani di tutti. Dopo aver egli nel principio delle medesime accennato lo scopo dell’economia pubblica, si propose di considerarne i cinque particolari oggetti, cioè l’agricoltura politica, la manifattura, il commercio, le finanze e la polizia, sotto il qual ultimo capo volle comprendere tutto ciò che riguarda le scienze, l’educazione, il buon ordine e la sicurezza e tranquillità pubblica. Stabilito in tale maniera un ampio e ben ideato disegno, si fece egli a trattare diffusamente le materie ch’erasi proposte, ma per disgrazia di codeste scienze le sue Lezioni rimasero incompiute, non avendo egli fatta parola nè delle finanze nè della polizia, ed avendo soltanto trascorso come di volo quanto riguarda il commercio. Ciò nulla di meno nelle parli che trattò, scorgesi quanto egli si fosse internato ne’ più riposti segreti dell’economia