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DEL BECCARIA xliii

le circostanze si cambieranno, e che questo ritardo mi porrà in istato d’essere maggiormente degno della vostra società1.” Di fatto, essendo egli ritornato nella casa del padre dalla quale era uscito, come sopra accennammo, risolvette d’intraprendere il viaggio per la capitale della Francia, onde ammirare quella bella città e conoscere di presenza gli illustri suoi encomiatori. Siccome il conte Verri era stato in quel tempo nominato consigliere di commercio, non poteva abbandonare il suo posto. In vece sua venne trascelto a servir di compagno al Beccaria il cav. Alessandro, le cui produzioni giovanili, inserite nel Caffè, eransi procacciata la stima dei filosofi parigini. Rincresceva per verità al Beccaria l’abbandonare la patria, o per quell’inerzia che abitualmente lo dominava, o per essere grandemente affezionato a una sposa ch’egli aveasi presa per solo genio. Con tutto ciò partì da Milano in compagnia dell’amico il giorno 2 ottobre dell’anno 17662. Non era però discosto se non trenta miglia da Milano, ch’egli di già così scriveva al conte Verri: io oscillo continuamente dall’allegria all’ipocondria. La tristezza erasi di fatto impadronita di lui fino dal primo giorno nel quale avea incominciato

  1. Traité des Délits, etc., pag. l.
  2. Il barone Custodi nelle sue due Vite del Beccaria parla del viaggio di Parigi, siccome avvenuto nel 1776. Da’ documenti autentici risulta che il N. A. andò a Parigi nel 1766, nè noi sappiamo ch’egli abbia nuovamente intrapreso quel viaggio.